Quelle come me non tradiscono mai,
quelle come me hanno valori che sono incastrati nella testa come se fossero pezzi di un puzzle,
dove ogni singolo pezzo ha il suo incastro e lì deve andare.
Niente per loro è sottotono,
niente è superficiale o scontato,
non le amiche, non la famiglia, non gli amori che hanno voluto, che hanno creato, difeso e sopportato.
Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive.
Quelle come me donano l'anima,
perchè un'anima da sola è come una goccia d'acqua nel deserto.
Dopo anni di teorie inculcatemi dai "Grandi" (genitori, professori, pensatori che hanno fatto la storia e che mi hanno catapultato nel loro mondo) è arrivato il momento di trascinare gli altri nel mio di mondo! Immaginando che il mio pensiero arrivi in alto... mi divertirò a raccontare esperienze, riflessioni della realtà in cui mi accingo ad entrare e a LOTTARE!
martedì 22 aprile 2014
mercoledì 2 aprile 2014
Personal Branding: come gestirlo.
A
parlare per la prima volta di “Personal Branding” fu Tom Peters nel 1997. Il
noto guru del Management, con questo termine invitava ogni professionista a
considerarsi come una piccola azienda, come un Brand.
Ma
partiamo definendo cos’è il “Brand”
nel settore del Marketing; il
termine anglosassone, che in italiano può essere tradotto in “marchio”, è una
combinazione di elementi con cui si identifica un prodotto o servizio
rendendolo identificabile e distintivo rispetto alla concorrenza sul
mercato. Il valore di un Brand
è l’idea che il pubblico ha del prodotto o dell’azienda nel complesso. Invece, con il concetto di “Branding” si rappresenta un approccio di
business basato non solo su una strategia legata al prodotto, ma orientata alla
vendita del Brand stesso.
Dunque
dovremmo paragonare noi stessi, il nostro talento, le nostre hard e soft skill ad un prodotto da vendere? Ebbene si! Data la valenza
emotiva e valoriale che trascina con se il brand,
quando parliamo di personal branding ci riferiamo al nostro valore personale e
al fatto che questo si debba far conoscere. Siamo imprenditori di noi stessi e
dobbiamo esser in grado di vendere il nostro talento al miglior offerente; ma
affinché ciò avvenga il miglior offerente deve vederci!
Vi
starete chiedendo : ma perché mai devo farmi conoscere sul web per vendere il
mio valore aggiunto?
Perché nell’era
del Web 2.0 (che si attinge a lasciare il posto al Web 3.0) appare necessario
farsi conoscere in rete; ovviamente emergere rispetto alla massa per gli
aspetti positivi.
Vi
sarà sorta un’altra domanda: ma come procedo? Come faccio a farmi conoscere e
avere maggiore visibilità sul web per avere dunque un ritorno professionale
positivo?
Per
rispondere a queste domande, vi propongo delle linee guida da poter seguire:
1.Gestisci il tuo brand come se fossi
un manager. Definendo la tua identità (Chi sei?
Cosa fai? Quali sono le tue passioni? Come ti presenti? Qual è la tua
professione? Quali sono i tuoi obiettivi?) e le tue relazioni (Chi conosci? Chi
ti conosce? Chi dovresti conoscere per arrivare al tuo obiettivo?).
2.Definisci chi sei e comunicalo.
Scegli i mezzi di comunicazione che preferisci e cura la tua immagine in essi. Il
segreto è riuscire a dare una risposta alla domanda: “perché me e non qualcun
altro?”
3.Racconta la storia.
Raccontati invece di produrre una semplice elencazione di titoli ed esperienze
di tirocini. L’obiettivo è suscitare emozioni tramite il racconto. Le aziende
cercano persone che possano dare un valore aggiunto al loro team e non numeri
asettici decorati di elogi e onori.
4.Maneggia con cura i social network.
Sono strumenti potentissimi che possono aiutarti se vengono usati a dovere;
prima di premere il tasto Invio,
pensa che effetto avrà quel contenuto sul tuo brand.
5.Da
relazioni virtuali a relazioni virtuose. Non
è profittevole preoccuparsi di avere un follower in più su Twitter o un nuovo
collegamento su LinkedIn se poi non concretizzi virtuosamente le relazioni.Dunque libero sfogo alle vostre/nostre strategie di branding e speriamo ottenere il risultato sperato! ;-)
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