domenica 6 ottobre 2013

Il lavoro al tempo di internet. I Social Network.


Giacomo è un ragazzo come tanti che, dopo aver preso la maturità in ragioneria,  ha chiesto al padre di aiutarlo a cercare un lavoro. Salvatore, il padre, chiede al suo amico Mario, ragioniere di professione e con uno studio ben avviato in una piccola cittadina sicula, di accompagnare il figlio nel mercato del lavoro insegnandogli i “trucchi del mestiere” (oggi lo chiamiamo tutoring… quanto siamo diventati complicati!). L’amico Mario accetta con molto piacere la richiesta; d’altronde ha visto crescere quel ragazzino che si accinge a diventare un uomo. Ribadisco che “Giacomo è un ragazzo come tanti”, si certo… forse nel 1980!
Il figlio che ha studiato, il padre, l’amico, un pizzico di buona volontà… elementi sufficienti per imparare a fare un mestiere dignitoso e apprezzabile.
Ahimè erano altri tempi quelli! Oltre a svariati cambiamenti sociali estremamente evidenti, pare che sia cambiato anche il modo in cui i giovani cercano lavoro!
Inviare il proprio Curriculum Vitae tramite la Rete è diventata un’operazione così frequente e facile che ormai ci siamo dimenticati i tempi di Giacomo; dopotutto noi non li abbiamo neanche visti! In aggiuta, dalla velocità con cui andiamo, credo proprio che passata un’altra manciata di anni anche il CV diventerà uno strumento obsoleto.
A confermare la mia idea è uno dei principali risultati emersi dall’indagine “Il lavoro ai tempi del social recruiting e della digital reputation”, fortemente voluta e condotta dall’Agenzia del Lavoro Adecco in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano (realizzata su un campione di 479 selezionatori e 13.283 candidati). Tra i candidati che cercano un lavoro per mezzo della Rete, ben il 94% si appoggia ai siti di lavoro, il 39% alle App (Applicazioni per mobile device), il 30% usa Facebook e solo il 26% si serve di Twitter. Dall’altro lato anche i Responsabili di Risorse Umane si avvalgono della Rete per scovare candidati che abbiamo hard e soft skill necessarie per ricoprire un preciso posto di lavoro vacante; LinkedIn risulta il loro Social Network preferito con il 42%, seguito da Facebook con il 29% e Twitter con il 9%. E dov’è la percentuale dei candidati che usa LinkedIn per cercare un lavoro?? Da questi dati io leggo un paradosso: i selezionatori usano questo social network per cercare personale da reclutare e questi giovani non lo usano?? Beh… trovatela voi una risposta.
Altro elemento che sta acquistando sempre più terreno è quella che viene definita web o digital reputation, in altre parole si tratta della nostra reputazione on line. Avete mai provato a digitare il vostro nome sulla barra di ricerca di Google e poi premere avvio? Io vi consiglio di farlo; è sempre bene sapere che materiale gira in Rete sotto il vostro nome.
Ritornando all’indagine sopra citata, è emerso che un sorprendente 70% dei selezionatori intervistati hanno dichiarato di usare il web per cercare informazioni sui candidati, operazione che permette di ottenere maggiori elementi di valutazione e di questi ben il 12% ha dichiarato di essere stato condizionato dalla loro web reputation e di averli, quindi, scartati.
I Social Network ergono sulla dimensione sociale da un lato e quella individuale dall’altro. La prima ci permette di creare reti sociali riconducibili anche al mondo del lavoro e non solo alla nostra realtà strettamente amicale, la seconda invece ci permettere di “lasciare il segno”, appare sempre più forte il bisogno di raccontarsi tramite la rete, di costruire la nostra reputazione on line.
Dati i risultati ottenuti dall’indagine e l’uso sempre più frequente dei Social Network, la condizione ideale sarebbe quella di usarli con coscienza. 
E chi lo sa, tra quel 12% ci potrebbe essere uno di noi! 
Note: Di seguito Vi propongo alcuni - dei più affidabili - siti internet in cui cercare offerte di lavoro e importanti informazioni sul mercato del lavoro nazionale ed europeo.
·        www.cliclavoro.gov.it
(per il Mercato del Lavoro Italiano)
·        https://ec.europa.eu/eures
(per il Mercato del Lavoro Europeo)
·        www.cercolavoro.com
·        www.jobmeeting.it
·        www.lavoroeconcorsi.com
·        www.infojobs.it
·        www.circuitolavoro.it
·        www.eurocultura.it
·        www.monster.it
E anche qui vale la regola “chi cerca trova”, dunque non mi resta che augurarvi… buona navigazione :-)

venerdì 4 ottobre 2013

Il lavoro non è un’utopia!

Record negativo per la disoccupazione giovanile italiana che nel gennaio del 2013 ammonta a 38,7% a fronte del 32,3% dell’anno precedente. La condizione peggiore la vivono i giovani del Mezzogiorno e di certo la classe giovanile capitina non fa eccezione. Una città risulta appetibile da un punto di vista produttivo, nel momento in cui la condizione economica e dunque il reddito pro-capite dei suoi abitanti è medio alto; purtroppo non vive in tale realtà il Paese di Capizzi.
E nel bel mezzo della crisi che sta investendo tutti i settori produttivi, i giovani cosa fanno per migliorare la loro situazione? Di quali strumenti si attrezzano?
Si parla tanto di globalizzazione ma ancora non si è entrati in tale ottica; più è circoscritto l’ambiente in cui si vive e meno se ne comprende a pieno il suo significato. Conoscere una o più lingue straniere è estremamente necessario per risultare un lavoratore competitivo e appetibile.
Inoltre, il mercato del lavoro è diventato oggi così articolato e complesso che le competenze tecniche rischiano di diventare obsolete nel giro di breve tempo. L’esperienza formativa (scolastica e/o professionale) non sempre può tenere il passo con tale evoluzione. Ciò che invece sempre più si richiede ai lavoratori è di avere quei talenti che permettono di far fronte con successo anche a situazioni lavorative non prevedibili a priori. Per chi si avvicina al mondo del lavoro, in particolare per i giovani, comprendere qual è la propria “dote” di soft skills è un passo di grande rilevanza per poter intraprendere un cammino professionale proficuo. Valutare le soft skills è quindi importante e centrale nell’attuale situazione e richiede alcuni accorgimenti che non possono essere trascurati. Il contesto accademico dà allo studente una mole di tecnicismi che serviranno sicuramente per entrare a testa alta nel mercato del lavoro, ma questi non bastano! La precisione, il problem solving, il lavoro in team, l’autonomia, la serietà, la riservatezza, l’ordine, l’intraprendenza, la comunicazione formale e informale, la passione, la determinazione, la volontà, il senso del sacrificio, lo spirito di adattamento; queste sono le soft skills a cui bisogna puntare per ottenere ottimi risultati.
Pertanto, la gioventù di oggi è chiamata a lottare in una realtà completamente diversa da quella in cui hanno vissuto i genitori; ed è in questa condizione di crisi generale che dovrà armarsi degli strumenti migliori per contrastare la crisi. Innanzitutto appare fondamentale procedere con un’analisi attenta, conoscere il mercato del lavoro in cui si vive: i suoi punti di forza e di debolezza, i settori che vanno verso il loro incremento e quelli che vanno a deteriorarsi, i requisiti che vengono richiesti dai datori di lavoro. Piangersi a dosso e lamentarsi della condizione in cui ci troviamo non è il giusto atteggiamento da avere. Ma armarsi di coraggio e volontà per fronteggiarla al meglio; perché anche dai momenti più bui si può vedere la luce.